Gli incidenti stradali in Italia sono in costante diminuzione da sei anni. Secondo i dati Aci-Istat che verranno compiutamente diffusi nei prossimi giorni, nel 2008 il numero degli incidenti è calato del 5 per cento, quello delle vittime dell’8 per cento e quello dei feriti del 4,5 per cento. Nella speciale classifica europea dei Paesi più virtuosi, l’Italia si situa al decimo posto. Questo è il bicchiere mezzo pieno. Il bicchiere mezzo vuoto parla invece di 14 morti al giorno sulle strade italiane, parla di 893 feriti al giorno, parla dei costi dell’incidentalità pari a oltre 30 miliardi di euro ogni anno, qualcosa come due punti percentuali di Prodotto interno lordo. Significa insomma che, nonostante gli sforzi e i progressi compiuti dall’Italia negli ultimi anni in materia di sicurezza stradale, molto ancora resta da fare.
La legge. Il disegno di legge sulla sicurezza stradale è attualmente in Senato. I senatori hanno proceduto a un giro vastissimo di audizioni per irrobustire il testo. Dalla prossima settimana comincerà la trascrizione degli emendamenti, poi la votazione in aula. Tra tutti gli “attori” della sicurezza stradale, l’Automobile club Italia è il consigliere più ascoltato; quasi tutte le sue proposte vengono tenute in debito conto dal Legislatore. E’ stato l’Aci, per esempio, a “inventare” la patente a punti.
La cabina di regìa. Abbiamo perciò chiesto all’avvocato Enrico Gelpi, presidente dell’Aci, quali siano stati i suggerimenti rivolti ai senatori, in questa delicata fase di transizione della legge. Uno, ce lo dice una fonte, è già stato recepito all’interno del testo: è l’istituzione di una cabina di regìa per la sicurezza stradale, un tavolo unico cui partecipino tutti gli Enti interessati al fenomeno. Ma buona parte delle proposte che resteranno fuori del testo saranno probabilmente inglobate nel prossimo Nuovo Codice della Strada, già in fase avanzata di elaborazione. Lasciamo dunque che l’avvocato Gelpi ci tratteggi le misure che l’Aci ritiene più urgenti.
Le altre proposte. Tanto per cominciare, Gelpi afferma che «il sistema della patente a punti va esteso ai ciclomotori»; la ragione è che «il 23 per cento dei morti della strada è costituito da conducenti di ciclomotori». Non solo, ma è necessario, secondo il presidente dell’Aci, imporre ai conducenti delle due ruote «l’utilizzo di un abbigliamento protettivo, come ad esempio giubbotti o tute di cuoio col paraschiena: servono a prevenire le lesioni alla colonna vertebrale». Bisogna poi, afferma Gelpi, «estendere ai sedicenni la possibilità della “guida accompagnata” (oggi il testo di legge la fissa a 17 anni, n.d.r.)». Ciò permetterà al giovane conducente di “allenarsi” per due anni prima di conseguire la patente. E non basta. Sostiene infatti il presidente dell’Aci: «Occorre rendere obbligatori i corsi di guida sicura entro tre anni dal conseguimento della patente. E’ un’esperienza europea – dice Gelpi – La patente viene rilasciata provvisoriamente al giovane conducente; perché essa sia ratificata il nostro ragazzo dovrà dare dimostrazioni pratiche di guida sicura, altrimenti niente patente». Le esperienze europee suggeriscono anche le altre due proposte avanzate dall’Aci: «Il divieto di fumo per i conducenti e il divieto di utilizzo del telefono cellulare, con o senza sistemi vivavoce. Fumo e conversazioni telefoniche durante la guida – spiega il presidente Gelpi – sono tra le principali cause degli incidenti imputabili alla distrazione, che nel solo 2007 hanno provocato oltre 860 morti e più di 55.600 feriti». Infine, le microcar. «Sono auto a tutti gli effetti – dice Gelpi – Oggi si possono guidare con il patentino, domani spero non più».
fonte ultimenenotizie
La legge. Il disegno di legge sulla sicurezza stradale è attualmente in Senato. I senatori hanno proceduto a un giro vastissimo di audizioni per irrobustire il testo. Dalla prossima settimana comincerà la trascrizione degli emendamenti, poi la votazione in aula. Tra tutti gli “attori” della sicurezza stradale, l’Automobile club Italia è il consigliere più ascoltato; quasi tutte le sue proposte vengono tenute in debito conto dal Legislatore. E’ stato l’Aci, per esempio, a “inventare” la patente a punti.
La cabina di regìa. Abbiamo perciò chiesto all’avvocato Enrico Gelpi, presidente dell’Aci, quali siano stati i suggerimenti rivolti ai senatori, in questa delicata fase di transizione della legge. Uno, ce lo dice una fonte, è già stato recepito all’interno del testo: è l’istituzione di una cabina di regìa per la sicurezza stradale, un tavolo unico cui partecipino tutti gli Enti interessati al fenomeno. Ma buona parte delle proposte che resteranno fuori del testo saranno probabilmente inglobate nel prossimo Nuovo Codice della Strada, già in fase avanzata di elaborazione. Lasciamo dunque che l’avvocato Gelpi ci tratteggi le misure che l’Aci ritiene più urgenti.
Le altre proposte. Tanto per cominciare, Gelpi afferma che «il sistema della patente a punti va esteso ai ciclomotori»; la ragione è che «il 23 per cento dei morti della strada è costituito da conducenti di ciclomotori». Non solo, ma è necessario, secondo il presidente dell’Aci, imporre ai conducenti delle due ruote «l’utilizzo di un abbigliamento protettivo, come ad esempio giubbotti o tute di cuoio col paraschiena: servono a prevenire le lesioni alla colonna vertebrale». Bisogna poi, afferma Gelpi, «estendere ai sedicenni la possibilità della “guida accompagnata” (oggi il testo di legge la fissa a 17 anni, n.d.r.)». Ciò permetterà al giovane conducente di “allenarsi” per due anni prima di conseguire la patente. E non basta. Sostiene infatti il presidente dell’Aci: «Occorre rendere obbligatori i corsi di guida sicura entro tre anni dal conseguimento della patente. E’ un’esperienza europea – dice Gelpi – La patente viene rilasciata provvisoriamente al giovane conducente; perché essa sia ratificata il nostro ragazzo dovrà dare dimostrazioni pratiche di guida sicura, altrimenti niente patente». Le esperienze europee suggeriscono anche le altre due proposte avanzate dall’Aci: «Il divieto di fumo per i conducenti e il divieto di utilizzo del telefono cellulare, con o senza sistemi vivavoce. Fumo e conversazioni telefoniche durante la guida – spiega il presidente Gelpi – sono tra le principali cause degli incidenti imputabili alla distrazione, che nel solo 2007 hanno provocato oltre 860 morti e più di 55.600 feriti». Infine, le microcar. «Sono auto a tutti gli effetti – dice Gelpi – Oggi si possono guidare con il patentino, domani spero non più».
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