Cassazione: niente limiti per gli autovelox

La Polizia Municipale può piazzare i rilevatori dove meglio crede, senza obbligo di segnalazione.

La seconda sezione civile della Corte di Cassazione ha in sostanza dato carta bianca agli agenti di Polizia Municipale per quanto riguarda il posizionamento degli autovelox: secondo la sentenza 21091/10 non è necessario segnalarne la presenza, a patto che gli apparecchi siano gestiti direttamente dai vigili.

È questo l'epilogo del ricorso di Umberto G., multato a Stignano (in provincia di Reggio Calabria) perché colto da un rilevatore a superare il limite di velocità. Il tribunale di Locri aveva in un primo tempo annullato la sanzione perché l'apparecchiatura era posizionata "su un tratto di strada non menzionato in decreto prefettizio".

Il Comune si è successivamente opposto all'annullamento e ora la Cassazione gli ha dato ragione: se è la Polizia Municipale a gestire direttamente l'autovelox e non ha appaltato il tutto a privati, questo può essere piazzato dovunque.

I giudici della Cassazione hanno respinto anche l'altra obiezione avanzata dagli avvocati di Umberto G.: sostenevano che fosse necessaria l'omologazione di ogni singolo autovelox, e quello usato per registrare l'infrazione non ne era in possesso. La Suprema Corte ha sentenziato che l'omologazione non deve essere applicata su ogni singolo esemplare ma riguarda invece il modello depositato nelle sedi ministeriali cui i vari apparecchi si conformano.

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